| destionegiorno 
 
    
 
 
    
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  |  | Nella mia alquanto lunga vita ho avuto, e ho tuttora, tre grandi amori: la musica, la fotografia e la scrittura, ma le poesie mi hanno sempre messo in ansia. Al solo pensiero di dover cancellare una parola, una virgola, un segno di punteggiatura, sudo freddo. Mi sembra di abbandonare dei figli miei,  ... (continua)
 
 
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                    | Sei figlio della rabbia, bimbo mio,
 della nostalgia di casa,
 della voglia di tornare
 e non poterlo fare.
 Italiano in terra straniera,
 tra sputi, stenti e miseria,
 voleva darti un futuro migliore,
 tuo padre che ti amava.
 Voleva donarti
 tutti i...  leggi...
 
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                    | Al tuo primo pianto t'ho creduto.
 Melodica scala cromatica
 in un crescendo
 di note salate,
 le tue parole disperate.
 
 Al tuo secondo pianto
 t'ho desiderato.
 Accordi geniali, appassionati,
 armoniche onde
 d'ispirato canto,
 allo specchio...  leggi...
 
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                    | Hai spiato con cura il mio cuore. Con pazienza hai scucito i miei sogni.
 Hai indossato i miei sentimenti,
 rubando, ingannando, vivendo
 una vita che non ti appartiene.
 
 Mi hai spogliata
 perfino del nome e,
 travestita da candido agnello,
 hai...  leggi...
 
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                    | La marionetta si agita
 tra le dita
 del suo burattinaio.
 
 I movimenti
 disarticolati,
 le braccia,
 le gambe
 disossate,
 incontrollate...
 
 La testa
 piegata
 sul corpo
 oscilla
 qua e là
 senza ritmo
 né danza.
 
 Mangiafuoco
 si...  leggi...
 
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    |  Questa poesia è pubblicata anche nel sito RimeScelte |  
 Nemesis Marina Perozzi
  
  
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        |  | Irrazionale, impulsiva divinità, del torto o della ragione
 io non mi curo,
 che forza e coraggio
 utilizzo per provocar
 sterminio e morte
 tra le primitive genti.
 Allo sbaraglio lancio
 la mia corazza,
 lucente invulnerabile bronzo
 che protegge il poderoso corpo,
 plasmato per incuter turbamento,
 alla ricerca di nemici
 cui dichiarar brutale
 barbarica battaglia.
 
 Intrisa di sangue
 la coppa della mia arsura,
 che furia e violenza
 dissetano
 con malcelata astuzia.
 Discordia,
 Spavento,
 Terrore
 compagni d’avventura,
 che polverosa nube
 cela alla vista
 degli stolti.
 
 Sorriso non intendo
 che distenda il mio bel volto,
 ma ingannai bellezza e amore
 per generar Anteros ed Eros.
 
 Non m’importa
 della bellicosa fama,
 che tra gli uomini,
 demoniaco velenoso rettile,
 già serpeggiai
 a contaminar le menti.
 
 Nel firmamento
 il padre mio mi pose,
 opposto alla fulgida
 egocentrica stella
 celata tra le chele
 di colui che punge,
 forza che non s’arrende,
 pronto a morir
 contagiandosi
 col suo stesso caudal veleno.
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					|  Hanno inserito questa poesia nei propri segnalibri: - Giorgia Spurio - Enrico Baiocchi Possiamo elencare solo quelli che hanno reso pubblici i propri segnalibri.
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    | Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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    | «Ares, figlio di Hera e di Zeus, era il dio che fomentava gli odi. Sul campo di battaglia lo seguivano la sorella Eris, la discordia, e i figli Deimos, lo spavento e Phobos, il terrore. Ares, che era anche molto bello, si innamorò di Afrodite, da cui ebbe due figli: Eros e Anteros.
 Ad Ares viene contrapposta la stella Antares, "Rivale di Ares", il cui nome potrebbe avere a che fare col colore della stella (Marte e Antares hanno lo stesso colore, oppure col fatto che si trova nella costellazione dello Scorpione, che l’astrologia spesso associa a Marte.»
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